Sanimpresa: entro il 31 maggio il pagamento delle quote contrattuali

Rinnovate le quote contrattuali di iscrizione alla Cassa di Assistenza Sanitaria Integrativa

Il 31 maggio 2023 scade il termine per realizzare il pagamento della quota per la fruizione delle prestazioni sanitarie offerte da Sanimpresa, Cassa di Assistenza Sanitaria Integrativa, del periodo compreso tra il 1° luglio 2023 ed il 30 giugno 2024.
Tra gli interessati troviamo:
– i dipendenti di aziende del settore Terziario ed Agenzie di viaggio.
Le Aziende iscritte a Sanimpresa prima del 1° gennaio 2009, dovranno continuare a rinnovare le quote con le medesime modalità degli anni passati. Tale rinnovo dovrà esser realizzato previo versamento da parte di queste, dell’importo annuale pari ad euro 252,00 per ogni dipendente in forza. I contributi dovranno essere poi corrisposti alla Cassa di Assistenza Sanitaria Integrativa tramite Iban, mentre, la procedura di rinnovo dovrà essere realizzata tramite il sito www.sanimpresa.it, in cui si potrà altresì aggiornare l’elenco del personale avente diritto alle prestazioni offerte.
– i dipendenti di Agenzie di Viaggio e Pubblici Esercizi iscritti a Sanimpresa attraverso il Fondo Est.
Tutte le aziende iscritte alla suddetta Cassa mediante il Fondo Est, dovranno continuare a versare il contributo con le modalità previste da quest’ultimo. Entrambi i fondi dovranno poi attivare le procedure al fine di consentire agli aderenti di beneficiare delle prestazioni sanitarie aggiuntive da Sanimpresa.
Per coloro che operano in unità produttive di Roma o provincia, è dovuto un contributo aggiuntivo alla quota per il Fondo Est pari ad euro 132,00 annui a lavoratore (circa euro 11,00 mensili), mentre per la parte integrativa, Sanimpresa. Gli iscritti hanno a disposizione un pacchetto più ampio di prestazioni: le prestazioni base erogate dal Fondo Est, e le aggiuntive da Sanimpresa, mentre la riscossione dei contributi totali viene posta in essere dal Fondo Est.
– i dipendenti di Aziende del settore turismo-alberghi aderenti a Sanimpresa tramite Fondo Fast.
Le aziende del settore alberghiero di Roma e della provincia di Roma che non hanno una contrattazione aziendale propria devono garantire in materia di assistenza sanitaria una tutela aggiuntiva rispetto a quanto definito dal Contratto Collettivo di riferimento. La contribuzione per i lavoratori di comparto che operano su Roma e provincia è pari ad euro 144,00, ammontare riferito al Fondo Fast, euro 132,00 a Sanimpresa. I contributi dovranno essere pagati dall’azienda anche per la quota di 2,00 euro a carico del lavoratore, trattenuta mensilmente in busta paga.
Anche in questo caso, gli aderenti hanno la possibilità di avere un pacchetto di prestazioni più ampio: quelle base vengono definite ed erogate dal Fondo Fast, le aggiuntive da Sanimpresa. La riscossione dei contributi di entrambi i fondi, viene curata da Fast. Tali versamenti contributivi, se riferiti ai dipendenti per i quali si procederà al rinnovo d’iscrizione, dovranno essere pagati entro il 31 maggio 2023.
– i dipendenti di aziende del settore Vigilanza privata.
Sanimpresa ed il Fondo Fasiv, Fondo nazionale di Assistenza Sanitaria per gli Istituti di Vigilanza, hanno definito le condizioni operative dell’accordo di armonizzazione. Per il periodo dal 1° luglio 2023 al 30 giugno 2024 il rinnovo delle
coperture sempre per le Imprese operanti su Roma e provincia, avverrà con le medesime modalità degli anni precedenti, previo versamento aziendale della quota annuale pari 207,00 euro per ogni dipendente in forza al 30 maggio 2022. I contributi dovranno essere versati tramite bonifico sull’Iban di Sanimpresa, mentre la procedura di rinnovo dovrà esser effettuata tramite il sito web www.sanimpresa.it, attraverso cui si potrà aggiornare l’elenco del personale avente diritto alle
coperture dell’assistenza sanitaria integrativa.
– i dipendenti con rapporto di lavoro sospeso (aspettativa non retribuita, Cig, Naspi, mobilità).
Il rinnovo dell’iscrizione volontaria per il periodo 1° luglio 2023 – 30 giugno 2024, deve esser posto in essere previo versamento della quota annuale di 252,00 euro mediante bonifico a Sanimpresa utilizzando l’Iban della Cassa. Dopodiché si dovrà inviarne copia all’indirizzo di riferimento specificando gli estremi dell’iscritto.
i titolari d’impresa operanti nel settore Terziario e Turismo.
Le Aziende aderenti a Sanimpresa con lavoratori attivi e coperti, devono versare la quota annuale pari a 620,00 euro, per ogni dipendente sull’Iban della Cassa di Assistenza Sanitaria indicando nella causale il nome e cognome del lavoratore cui è riferito il versamento.
– pensionati.
La quota annuale per aderire a Sanimpresa è di euro 350,00 annui, mediante versamento sull’Iban della Cassa sanitaria indicando come causale il nome e cognome del pensionato.
– familiari.
Dal 1° luglio 2011 al 30 giugno 2012 è obbligatorio iscrivere tutto il nucleo familiare (coniuge, convivente more uxorio, figli, fratelli e sorelle) facente parte dello stato di famiglia. Il costo annuale sostenuto per ognuno di loro iscritto è pari a 252,00 euro. La tariffa riservata ai familiari degli aderenti con più di 65 anni è pari ad euro 350,00 annui. Ne sono esclusi da tale obbligo i familiari già iscritti a Sanimpresa da altre aziende o attraverso altri settori, nonché i familiari già titolari di polizza assicurativa sanitaria. Il contratto, in copia, dovrà esser poi prodotto al momento dell’iscrizione del nucleo familiare. In caso di cessazione della copertura assicurativa, il membro della famiglia dovrà essere obbligatoriamente iscritto unitamente al resto del nucleo al primo rinnovo d’iscrizione alla Cassa, al fine di garantire l’erogazione delle prestazioni sanitarie. Per i dipendenti che hanno un nucleo familiare composto da due o più componenti è possibile, previo apposito accordo con la Cassa, rateizzare la quota per i famigliari in 3 rate. La richiesta di rateizzazione, con relativa sottoscrizione dell’accordo, dovrà avvenire presso la sede della Cassa e mediante bonifico sull’Iban di Sanimpresa inserendo nella causale gli estremi del familiare da iscrivere.

CCNL Doppiaggio: avanza la trattativa sul rinnovo del contratto

Le OO.SS. hanno reso noto lo stato di avanzamento della trattativa per il rinnovo del contratto tra Anica e Slc-Cigl, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil. Le Parti, al fine di tutelare i professionisti impegnati nel settore e per ridare slancio al mercato con una regolamentazione aggiornata dei rapporti di lavoro, auspicano ad una conclusione positiva in tempi brevi. 

 

CCNL Turismo-Minori (Confcommercio): nuovo incontro per il rinnovo

Nuova classificazione del personale e aumento degli stipendi sono tra gli argomenti principale del confronto 

Il 18 maggio si è svolto l’incontro tra la Federazione Italiana Pubblici Esercizi-Fipe, Associazione Nazionale delle Aziende di Ristorazione Collettiva e Servizi Vari-Angem, le Cooperative e i sindacati in merito al rinnovo del CCNL Turismo-Minori Confcommercio, ormai scaduto da quasi un anno e mezzo,  che deve essere applicato ai dipendenti da aziende dei settori Pubblici Esercizi, Ristorazione Collettiva, Ristorazione Commerciale e Turismo.
Le associazioni datoriale, in merito alla classificazione del personale, hanno proposto l’introduzione di nuove figure professionali e l’eliminazione di quelle che ormai non vengono più utilizzate.
Secondo le organizzazioni sindacali, inoltre, si deve ipotizzare anche un miglioramento di alcune figure e il loro inquadramento. 
Altro argomento principale è l’aumento delle retribuzioni, dovute al rialzo dell’inflazione.
Le parti hanno, altresì, individuato i temi oggetto di un documento congiunto: detassazione degli aumenti salariali e dei premi di risultato; revisione dei prezzi nella ristorazione collettiva; destagionalizzazione e Naspi e part time verticale ciclico.
Fissato un nuovo incontro per discutere sul tema della classificazione il prossimo 16 giugno.

Aumento esonero contributivo per i lavoratori: le istruzioni applicative

Arrivano le indicazioni operative INPS per l’incremento del taglio sulla quota dei contributi IVS dal 1 luglio al 31 dicembre 2023 (INPS, messaggio 24 maggio 2023, n. 1932).

Sono state rese note le istruzioni operative dell’INPS in materia di aumento, per i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023, dell’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore. Si tratta delle disposizioni dettate dall’articolo 39, comma 1, D.L. n. 48/2023, cosiddetto Decreto Lavoro, che ha incrementato di 4 punti percentuali,  senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima, il taglio contributivo stabilito dalla Legge di bilancio 2023 (articolo 1, comma 281, Legge n. 197/2022).

Pertanto,  per i periodi di paga sopra citati, l’esonero contributivo è riconosciuto: 

–    nella misura di 6 punti percentuali, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro;

–    nella misura di 7 punti percentuali, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 1.923 euro.

La gestione della tredicesima

Dato che l’incremento citato non avrà effetti sulla tredicesima, l’applicazione concreta in relazione alla tredicesima mensilità, erogata in unica mensilità nel mese di competenza di dicembre 2023, sarà: 

 –    nella misura di 2 punti percentuali, a condizione che la tredicesima mensilità non ecceda l’importo di 2.692 euro;

–    nella misura di 3 punti percentuali, a condizione che la tredicesima mensilità non ecceda l’importo di 1.923 euro.

Laddove la tredicesima mensilità venga erogata mensilmente, la riduzione contributiva in oggetto troverà applicazione relativamente al singolo rateo di tredicesima:

–    nella misura di 2 punti percentuali, a condizione che il rateo mensile di tredicesima non ecceda l’importo di 224 euro (pari all’importo di 2.692 euro/12);

–    nella misura di 3 punti percentuali, a condizione che il rateo mensile di tredicesima non ecceda l’importo di 160 euro (pari all’importo di 1.923 euro/12).

Nelle ipotesi di cessazione/inizio/sospensione del rapporto di lavoro in corso d’anno, il massimale dei ratei di tredicesima deve essere riparametrato al numero di mensilità maturate, moltiplicando l’importo di 224 euro (per l’applicazione della riduzione di 2 punti percentuali) o di 160 euro (per l’applicazione della riduzione di 3 punti percentuali) per il numero di mensilità maturate.

Infine, il messaggio INPS in commento include le modalità di esposizione dei dati relativi alla fruizione dell’esonero nella sezione <PosContributiva> del flusso Uniemens, per i datori di lavoro con dipendenti iscritti alla Gestione pubblica e per quelli del settore agricolo.

Fruibilità Art Bonus: i chiarimenti dell’Agenzia delle entrate

L’Agenzia delle entrate, con risposta a interpello del 24 maggio 2023, n. 331, ha fornito chiarimenti in tema di credito di imposta Art Bonus e erogazioni liberali finalizzate allo specifico sostegno dell’attività di conservazione, manutenzione e valorizzazione di beni culturali.

Il quesito sottoposto all’attenzione dell’Agenzia delle entrate riguarda l’ambito di applicazione dei benefici di cui all’articolo 1, comma1, del D.L. n. 83/2014 (c.d. Art Bonus), in riferimento ad erogazioni liberali a sostegno di due complessi monumentali di appartenenza pubblica gestiti da un ente che adotta un sistema di rilevazione contabile oggettivamente in grado di consentire la tracciatura della loro integrale destinazione a sostegno dei suddetti beni e di iniziative volte a consentirne la piena fruibilità pubblica.

 

L’articolo 1 del D.L. n. 83/2014, al comma 1, prevede un credito d’imposta, nella misura del 65% delle erogazioni effettuate in denaro da persone fisiche, enti non commerciali e soggetti titolari di reddito d’impresa per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica, delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri di tradizione, delle istituzioni concertistico-orchestrali, dei teatri nazionali, dei teatri di rilevante interesse culturale, dei festival, delle imprese e dei centri di produzione teatrale e di danza, nonché dei circuiti di distribuzione e per la realizzazione di nuove strutture, il restauro e il potenziamento di quelle esistenti di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo. Tale credito d’imposta riconosciuto alle persone fisiche e agli enti non commerciali nei limiti del 15% del reddito imponibile ed ai soggetti titolari di reddito d’impresa nei limiti del 5 per 1000 dei ricavi annui, ripartito in tre quote annuali di pari importo è altresì riconosciuto anche qualora le erogazioni liberali in denaro effettuate per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici siano destinate ai soggetti concessionari o affidatari dei beni oggetto di tali interventi.

 

Come precisato nella circolare n. 24/E del 31 luglio 2014, il credito d’imposta spetta per le erogazioni liberali effettuate in denaro per i seguenti scopi:

interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici;
– sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica, delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri di tradizione, delle istituzioni concertistico-orchestrali, dei teatri nazionali, dei teatri di rilevante interesse culturale, dei festival, delle imprese e dei centri di produzione teatrale e di danza, nonché dei circuiti di distribuzione;
– realizzazione di nuove strutture, restauro e potenziamento di quelle esistenti di Enti o Istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo;
– realizzazione di interventi di restauro, protezione e manutenzione di beni culturali pubblici qualora vi siano soggetti concessionari o affidatari del bene stesso.

 

Come chiarito dal Ministero della cultura, in riferimento alla fattispecie in esame, a seguito della modifica statutaria il Comune esercita un controllo diretto ed esclusivo in riferimento alla funzione di conservazione, manutenzione e valorizzazione dell’intero patrimonio culturale e artistico delle città. In forza di due convenzioni triennali sono stati poi regolati i rapporti tra la fondazione e il Comune per la valorizzazione, lo sviluppo e lo svolgimento delle attività culturali, contestualmente all’assegnazione in favore dell’istante di una pluralità di immobili funzionali allo svolgimento delle finalità statutarie. L’ente, dunque, risulta istituito per iniziativa prioritaria di un soggetto pubblico e gestisce un patrimonio culturale di appartenenza pubblica. La sostanza pubblicistica è supportata da una serie di indici sintomatici:

– costituzione dell’ente da parte di soggetti pubblici;

– maggioranza pubblica dei soci e dei partecipanti;

– finanziamento con risorse pubbliche;

– gestione di un patrimonio culturale di appartenenza pubblica;

– assoggettamento ad alcune regole proprie della P.A. o al controllo analogo.

Resta comunque imprescindibile l’integrazione della qualifica di istituto o luogo della cultura, di cui all’articolo 101, D.Lgs. n. 42/2004. Pertanto, risulta necessario, ai fini dell’ammissibilità all’Art bonus, che l’ente di appartenenza sostanzialmente pubblica non persegua finalità istituzionali diverse, non riconducibili a quelle proprie di un istituto o luogo della cultura.

Ciò premesso, nulla osta alla riconduzione dell’ente al novero dei suddetti istituti o luoghi della cultura, essendo la sua funzione esclusiva la conservazione e valorizzazione dei beni culturali. Il parere del Ministero della cultura risulta, quindi, favorevole all’ammissibilità all’Art Bonus delle erogazioni liberali destinate a sostenere tali complessi monumentali. Infine, in riferimento alla possibilità di perseguire i propri fini istituzionali, anche per gli altri immobili di titolarità del Comune ricevuti in comodato, tramite un sistema di contabilizzazione delle erogazioni liberali che ne consenta una autonoma e distinta rilevazione contabile, l’Agenzia delle entrate evidenzia che, l’articolo 1, comma 5, della Legge n. 106/2014, prevede che i soggetti beneficiari delle erogazioni liberali comunichino, mensilmente, al Ministero della cultura l’ammontare delle erogazioni ricevute nel mese di riferimento, provvedendo, inoltre, a dare pubblica comunicazione di tale ammontare, nonché della destinazione e dell’utilizzo delle erogazioni stesse.